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giovedì 16 gennaio 2014

Il Pianeta che cambia. Dossier: se salgono le temperature marine, l’intero Mediterraneo potrebbe trovarsi nella linea di fuoco di veri e propri cicloni tropicali... vero o falso ?

"Col gran parlare che si fa del rischio di uragani negli Stati Uniti, la tempesta più particolare di tutte ha colto la comunità scientifica quasi di sorpresa. Non parlo di Katrina, che ha devastato New Orleans. Neanche di Rita, un altro mostro di categoria 5 che ha inondato nuovamente alcune parti della città un mese dopo il passaggio di Katrina. E tanto meno di Wilma, che in un solo giorno da una tempesta tropicale minore si è trasformato nell’uragano più intenso mai registrato nel bacino atlantico. No, la tempesta che ha lasciato tutti i meteorologici di stucco si era verificata un anno prima, nel 2004, e aveva interessato una parte del mondo che non era abituata al fenomeno degli uragani. Si chiamava Catarina, e aveva colpito la costa del Brasile. La scienza insegna che gli uragani possono formarsi solo laddove la temperatura del mare in superficie supera i 26,5°: oltre a un mare caldo, le tempeste tropicali necessitano anche di una basso ‘wind shear’, ovvero quelle variazioni delle correnti ad alta quota che possono stroncare sul nascere il vortice dell’uragano in formazione. Queste condizioni, come può dirvi qualsiasi meteorologo, si verificano solo nei Tropici dell’Atlantico del Nord. Non è mai stato registrato un singolo uragano nell’Atlantico del Sud, fino al marzo del 2004...






Il concetto stesso di uragano nell’Atlantico del Sud era così assurdo che molti esitavano a usare il termine “uragano”, anche quando Catarina – con i suoi venti a 150 km/h e le sue piogge torrenziali – colpì la costa vicino al Paese di Torres, danneggiando 30000 case e uccidendo numerose persone. Molte delle vittime, proprio perchè non credevano all’idea di un uragano in Brasile, si erano rifiutate di correre al riparo anche se la tempesta stava galoppando verso la costa. Dall’inevitabile autopsia meteorologica che ne seguì, sembrava veramente che si trattasse di un inspiegabile caso isolato: la cosa strana era che la temperatura dell’acqua non era particolarmente alta nel momento in cui la tempesta aveva cominciato a guadagnare forza. Quello che aveva reso possibile la formazione di Catarina era una combinazione estremamente rara di fattori atmosferici, che aveva permesso al vortice in fase iniziale di evitare l’effetto solitamente distruttivo del “wind shear” che normalmente preclude la formazione di uragani nell’Atlantico del Sud. E’ una realtà complessa, ma la domanda sorge spontanea: il riscaldamento globale, oltre a rendere i mari più caldi e dunque più fertili per la formazione di uragani, renderà sempre più comuni quelle condizioni che permettono ai cicloni tropicali di guadagnare forza anche in aree nuove come l’Atlantico del Sud ?” Fonte: Mark Lynas, Sei gradi – Fazi editore

Uno studio computerizzato di alcuni climatologi spagnoli e tedeschi del 2007 ha concluso che man mano che le temperature marine salgono, l'intero Mediterraneo potrebbe trovarsi in una linea di fuoco di veri e propri cicloni tropicali, dove non si sono mai verificati... e questo sembrerebbe vero, ma allo stesso tempo sembrerebbero anche estremamente veritiere le conclusioni di Meteosurf su: "Cicloni tropicali nel Mediterraneo: facciamo chiarezza" basate su ipotesi scientifiche diffuse secondo cui gli "uragani enormi e potenti (categoria 3-5), come quelli che nascono nel golfo del Messico e raggiungono l'America, non potranno mai formarsi nel Mediterraneo. Questo perchè hanno effettivamente bisogno di un'estesa superficie oceanica e temperature marine costantemente al di sopra dei 25°C per crescere ed intensificarsi fino alle più alte categorie. Invece, in particolari condizioni, un piccolo uragano di categoria 1 può nascere anche in circostanze diverse, temperature marine minori e in minor spazio" Fonte: meteosurf.it

Il dibattito scientifico è aperto, il Tropical Storm Risk monitorizza... 








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